Nelle scienze ambientali, le aree naturali protette sono aree naturali, istituite mediante apposite leggi a livello nazionale o regionale da istituzioni pubbliche o soggetti privati, come istituti di ricerca o enti di beneficenza, con la funzione di preservare l'equilibrio ambientale di un determinato luogo, aumentandone o mantenendone l'integrità e la biodiversità.

 

A seconda del livello di protezione garantito dalle leggi di ogni singolo Stato, le aree naturali protette sono suddivise nelle categorie dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN - Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), un'organizzazione non governativa organizzazione che svolge un ruolo di coordinamento tra diverse organizzazioni in materia ambientale. Vengono soppressi se vengono meno le condizioni idonee al raggiungimento dei loro scopi e per modifiche certificate dall'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, sulla base di censimenti delle specie di interesse.[citazione necessaria]

Caratterizzati da paesaggi eterogenei e abitati da diverse specie di piante e animali, sono destinati a luogo di rifugio, riproduzione e sosta della fauna selvatica, dove è vietata la caccia – salvo ragioni di controllo delle specie selvatiche soprannumerarie. Questo controllo selettivo può essere praticato mediante cattura, quando l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (ora confluito nell'ISPRA) verifica l'inefficacia di altri metodi.

Storia

Parco Nazionale della Vanoise, il primo parco francese
Fin dall'antichità si era capito che un intero territorio o porzioni di esso dovevano essere considerate e utilizzate diversamente perché possedevano caratteristiche che lo rendevano particolare rispetto ai luoghi circostanti. Secondo alcuni studiosi l’idea di preservare un luogo può risalire a 40.000 anni fa; inoltre questa idea si ritrova sia nella cultura cristiana che in quella orientale. Dopo l'idea del "bosco sacro", tipica delle culture romana e celtica, in età carolingia prese piede una forma di area protetta: la "riserva di caccia", dove si praticava la caccia che era un'arte nobile e simbolica, ma utile anche per prepararsi alle guerre. Durante il Medioevo si assiste alla realizzazione dei giardini e alla sua evoluzione con il "parco trecentesco" dove si ritrova una perizia tecnica sempre più raffinata.

La vera svolta avvenne nel 1826 quando nel Regno delle Due Sicilie si decise di conservare i boschi di Montecalvo, San Vito e Calvi; negli Stati Uniti nel 1832, la riserva di Hot Springs e nel 1853 la riserva di Fontainebleau in Francia. Grazie all’influsso del Romanticismo, la natura cominciò a essere pensata come una risorsa estetica e gli spazi verdi iniziarono a essere progettati nelle città europee come parte integrante del contesto urbano. Nella seconda metà dell’Ottocento si iniziò il dibattito sull’opportunità di tutelare territori di oggettiva bellezza e ricchezza per preservarli dalla trasformazione e dalla perdita di identità dovuta allo sviluppo degli insediamenti. Nel 1866 abbiamo quindi assistito alla nascita dei primi parchi nazionali al mondo, il Glacier National Park in Canada e il Parco Nazionale di Yellowstone negli USA, con un atto ufficiale del 1872; Vanno inoltre ricordati il Royal National Park in Australia (1879), quello canadese a Banff (1885), quello di Tongariro in Nuova Zelanda (1894) e il Kruger National Park in Sud Africa (1898). Con l'arrivo del XX secolo si diffuse in Europa l'idea che un territorio meritasse attenzione per i suoi aspetti storici e archeologici oltre che per quelli naturalistici e geologici; Ciò ha portato alla creazione del Parco Nazionale Svizzero dell'Engadina.

Le differenze tra i parchi europei e quelli americani sono notevoli; infatti, mentre nel nuovo continente le azioni di conservazione sono state attuate in aree incontaminate e scarsamente popolate, nel vecchio continente le aree da salvaguardare sono altamente antropizzate. La questione fu affrontata nel 1933 a Londra durante la “Conferenza internazionale per i problemi della protezione della fauna e della flora” che stabilì che l'uomo dovesse entrare in quei luoghi solo come visitatore. Gradualmente però venne preso in considerazione l'aspetto economico che consentiva lo svolgimento di attività umane compatibili con la tutela del territorio. Dal 1961, la IUCN pubblica e aggiorna l'elenco ufficiale dei parchi nazionali e delle risorse equivalenti per conto delle Nazioni Unite.


Il Parco Nazionale del Gran Paradiso (Colle del Nivolet), il più antico d'Italia
Nel 1992 la IUCN ha definito l'area protetta come «una fascia di territorio, più o meno estesa, dove si trovano orientamenti, indicazioni e si applicano regole per la fruizione dell'ambiente da parte dell'uomo che consentono la conservazione e/o la sperimentazione di metodi, forme e tecnologie idonee a gestire le risorse del pianeta in modo equilibrato con le altre specie viventi (piante e animali).